Le Case dei Maestri. Per un Bauhaus Immaginario

Università di Camerino. Scuola di Architettura e Design “Eduardo Vittoria” - Ascoli Piceno
Associazione Arte Contemporanea Picena

Le Case dei Maestri
Per un Bauhaus Immaginario
a cura di Gabriele Mastrigli
 
Mostra dei progetti e tavola rotonda Venerdì 19 luglio 2019, ore 9:30-13:30
Galleria d’Arte Cantiere, via Oberdan 81B, Ascoli Piceno
 
Laboratorio di Fondamenti della progettazione Prof. Gabriele Mastrigli, Prof. Laura Ridolfi
Tutor: Giulia Carmenati, Tommaso Daunisi, Dragos Simion, Gessica Luciani, Nerina Natoli, Giorgia Pelliccioni, Riccardo Picciolo.
 a seguire Bauhaus Apéritif, archichef Tommaso Daunisi
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“L’incredibile marcia trionfale delle scienze pratiche ha bandito dalla nostra vita l’elemento magico; il poeta e il profeta sono diventati figliastri dell’utilitarista ultrapratico che, accecato dai successi della società meccanizzata, li rifiuta. Una frase di Einstein ben sintetizza le conseguenze di questo sviluppo unilaterale: La nostra epoca si caratterizza per la perfezione dei suoi strumenti e per la confusione dei suoi scopi.”

(Walter Gropius)

“La vera fisionomia della Bauhaus era quella di una comunità artistica organizzata. Per l’intera durata dei corsi maestri e allievi vivevano nella scuola; la loro collaborazione continuava anche nelle ore di riposo, che venivano impiegate in audizioni musicali, conferenze, letture, discussioni e nell’organizzazione di rappresentazioni, mostre, gare sportive. L’attività artistica s’inseriva e ambientava spontaneamente in quell’alto tenore di vita: si cercava così di togliere alla creazione artistica ogni carattere di eccezionalità e di sublime per risolverla in un ciclo normale di attività e produttività. L’arte destinata a ripercuotersi e confondersi nella vita doveva nascere come atto della vita. […]

L’opera d’arte non deve predicar, esortare, appellarsi al sentimento, additare mete ideali: essa ha il suo scopo in se stessa, non al di là di sé; è utile in quanto è arte, perché l’arte è una funzione della società, ma è arte in quanto adempie a quella funzione. L’arte non chiede di essere interpretata o capita, ma di essere utilizzata; non presuppone un certo grado di cultura, perché essa stessa determina un certo grado di cultura.”

(Giulio Carlo Argan)

 

 

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